Continua la pungente rubrica! INNI AL CAZZOLO - la rubrica by Nickname - anagrammi e punzecchiature in stile Matellica



INDICE







SALUTI MIRATI
24/12/2004

Saluti occasionali. Fra due ciechi miracolati. Ci vediamo. Fra due permalosi: Ci risentiamo. Fra due correttori di bozze: A rivederci. Fra due cannonieri: Salve!. Da un ipocondriaco: Hi! (pronuncia, ài). Da un produttore di lassativi: Come va? Ad uno stilita [1] sulla colonna: Come stai? A un mafioso: Saluti alla famiglia. A un imbianchino: Baciamo le mani. A un centometrista: Have a good time! Ad un abitudinario: Buona permanenza! A un esteta: Tante belle cose! A un pignolo: Distintamente. A un trapiantato: Cordialmente. Al marito di Lorena Bobbit: Con rimpianto… A un contagiato: Con affetto.
A un edonista: Piacere. A Verga: E’ stato un Vero piacere. A un frigido: Il piacere è tutto mio. A una religione: Ti abbraccio. A un carpentiere navale: Un bacino. A un giornalista del tg4: In fede. A un ferroviere: Con trasporto. A un metalmeccanico: Torni quando vuole. Ad un insonne delle pecorelle: Ci puoi contare! A Rocco Siffredi: Hasta la vista! A Selen: La vedo bene. A un parmigiano: Ti vedo in forma. A un afono: fatti sentire! Da Guglielmo Tell: Grazie non mancherò. Da un agente della Cia: Grazie riferirò. Fra elettricisti: teniamoci in contatto.
A Lazzaro: chi non muore si rivede (oppure quand’è che ti rifai vivo). A Onan [2] : se ti serve una mano… A Godot: ti aspetto. Ad Alice (nel paese delle meraviglie!!!): ma vai a quel paese!. A una persona col riporto: ti richiamo io. A un tranviere (oppure ad un compulsivo): alla prossima. A uno sfrattato: saluti alla casa. A un voyeur: ma guarda un po’. A un esercente di un sexyshop: fallo per me. A un superdotato: so long. A un chirurgo estetico: Faccia del suo meglio. A un esibizionista: chi si vede! Ad un satiro: falli fuori! (da intendere come incoraggiamento). A un arbitro di calcio: Omaggi alla Signora.
A un’amazzone: saluti alla Mamma! A Umberto Eco: ’notte ‘notte. All’informatico: sempre sia lo dato. A un opportunista: Ti raccomando. A un fan bleso della Carrà: vaffa. A cappuccetto rosso: in bocca al lupo. A Giona: in culo alla balena. A un kamikaze: non si abbatta. Al lanciatore di coltelli: mi manchi. Al boomerang: torna presto! A Jennifer Lopez: un bel bacino! Al plotone di esecuzione: salve, ragazzi! A Quo: vorrei che tu fossi qui. Al dentista: buon ponte.
Al dongiovanni: che Dio te la mandi buona. A Sisifo [3]: buona continuazione. Al signor Motta: buondì. A un funzionario rai: mi raccomando. A ET: …e telefona a casa ogni tanto. Ad un orologiaio: è giunta l’ora... Tra elettroni: appena ho un momento ci incontriamo. A un paracadutista: potresti fare un salto da me. Un milanista dopo la finale di Coppa: saluti alla Signora. A Muzio Scevola: qua la mano. A un tossicodipendente: buon viaggio. Una donna incinta al marito sterile: scusa il ritardo. Il medico al paziente: tolgo il disturbo. A Dracula: senza rimorsi… Alle lenti: rimaniamo in contatto.

Saluti da necrologio. A un terzino di fascia: L’estremo vale. Per Atlante: ti sia lieve la terra. Per un ladro: lascia un gran vuoto. Per un alcoolista: lascia un vuoto incolmabile. A un giocatore di bridge: non fiori ma opere di bene. Per un eiaculatore precoce: ha raggiunto il paradiso troppo presto. Per il decesso di un tipografo: la vedova, composto per sempre il suo corpo, porterà impresso il ricordo del suo carattere pieno di grazia e di giustezza, e lo terrà per colonna e bastone della vecchiaia. A Little Tony: non mi sento più solo. Al figliol prodigo: è tornato al padre. A Francesca Senette: eri una donna di fede. A Bush (o qualsivoglia sostenitore della guerra , almeno preventiva): riposi in pace. Al lanciatore di coltelli: mi manchi. Al boomerang: torna presto!



[1] Monaco della chiesa orientale che aveva scelto di vivere in cima ad una colonna. [Clicca qui per tornare al testo - 1]
[2] Personaggio mitologico punito da Zeus per aver versato il suo seme sulla Terra. [Clicca qui per tornare al testo - 2]
[3] Altro soggetto mitologico che per punizione dovette portare un macigno legato attorno al collo. [Per tornare al testo - 3]

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L'ALTRO FERRAGOSTO
28/08/2004

IL RACCONTO
Manuale per vacanze indigenti
negli anni del boom economico

di STEFANO BENNI

Un modo elegante per risparmiare
sulla benzina...
 
Il governo Berlusconi, oltre alla guerra e varie leggi utili a Mediaset, ha anche portato nel Paese un grande boom economico. Purtroppo una stampa totalmente asservita ai comunisti fa sì che gli italiani non percepiscano questa fortuna e si sentano bidonati e poveri. Fanno meno vacanze e invece di investire in anfiteatri come il loro premier, cercano di risparmiare in ogni modo. Ecco alcuni consigli su come ridurre le spese durante queste vacanze indigenti.
L'ombrellone
Dato che l'ombrellone costa una cifra, usate il decreto spalma-debiti, ovvero dividete la vostra famiglia.

Approfittate del fatto che in spiaggia la distanza tra un ombrellone e l'altro è ormai di sette centimetri. Mettete il nonno su una sedia, esattamente nel minuscolo intervallo tra due ombrelloni. Ognuno penserà che il vecchietto appartenga all'altra famiglia. Quindi ordinate a vostro figlio di inserirsi a giocare in gruppi di bambini ombrellonati, cambiando solo quando viene scoperto ed espulso. In quanto a voi, prendete un lettino, abbassate il parasole e spuntando solo con i piedi, infilatevi sotto un ombrellone qualsiasi. Ci vorrà tutta la mattina perché il proprietario si accorga che non fate parte della sua famiglia. Infine mettete vostra moglie a prendere il sole su un pattino. Se qualcuno vuole il pattino, deve prendere anche lei.

Tenete presente, inoltre, che gli ombrelloni in prima fila sono più costosi di quelli in ultima fila. Più lontano siete dal mare e meno pagate. L'ideale sarebbe aprire l'ombrellone sul piazzale dell'autogrill, oppure, per risparmiare davvero, nel giardino di casa vostra.

Olio solare
Non compratelo. Scegliete un bagnante particolarmente unto e poi abbracciatelo a lungo dicendo "Luigi, che piacere rivederti" . Poi chiedete scusa dicendo che avete sbagliato persona, ma intanto gli avrete portato via metà dell'oliatura.

Il castello di sabbia
Trucco geniale per ridurre le spese dell'albergo. Costruite un castello di sabbia. Cominciate con poco, poi elevatelo. Quando sarà alto quattro metri con porte e finestre, entrateci dentro con i sacchi a pelo. Se qualche bambino dispettoso non lo distrugge a calci, o la marea non lo spazza via, avrete risolto il problema del dormire.

Il terrazzo della pensione
Tutte le pensioni marine hanno i terrazzini con le finestre aperte. Perciò prenotate una singola al primo o secondo piano e portatetevi dietro un scala. Fate entrare dal terrazzo, uno alla volta, gli altri sette componenti della famiglia. Se i padroni dell'albergo si insospettiscono, vestite i vostri familiari da pompieri o da imbianchini.

Giochi e divertimenti: il ping-pong
Per risparmiare i soldi del ping-pong, non chiedete le palette. Mettetevi ai due lati del tavolo e fate il rumore della pallina con la bocca. Si può giocare ore e ore, basta non fare il rumore della pallina schiacciata sotto i piedi.

Videogiochi e giostre
Se vostro figlio spende troppo in sale videogiochi, addestratelo a puntare un bambino videogiocatore dall'aria occhialuta e mite. Dovrà balzargli a fianco, impadronirsi dei comandi e dire: "adesso ti aiuto io a distruggere questi bastardi alieni".
I bambini piccoli invece, devono allenarsi a saltare al volo sulle giostre e sui trenini. Se li allenate bene, possono anche balzare sull'ottovolante.

La doccia
Per risparmiare sulla doccia, entrate in uno stabilimento qualsiasi, aspettate che un signore vada sotto la doccia, poi avvicinatevi con una cartina stradale e chiedete: "scusi, sa dov'è il viale Panoramica?". Nel fare questo spingetevi sotto il getto d'acqua e fate la doccia insieme a lui. Se scegliete un signore bello alto, riuscirete anche a farvi colare un po' del suo shampoo in testa, con ulteriore risparmio.

Il giornale
Ci sono tanti modi di leggere il giornale a scrocco ma il più semplice è appostarsi vicino a qualcuno che legge controvento. Prima o poi perderà la calma, girerà le pagine con rabbia scomposta e il giornale si accartoccerà e volerà via. Raccoglietelo, ma ridategli solo la metà. Per i giornalini, addestrate i vostri figli a leggerli direttamente all'edicola, quando c'è ressa.

Cibi: la pizza
Risparmiare su un piatto come la pizza è fondamentale. Alcuni consigli. Ordinate un pizza bianca e portatevi da casa la mozzarella e il pomodoro. Oppure addestrate vostro figlio a rubare tutte le croste di pizza non mangiate, fino a creare una similpizza-mosaico. Come ultimo trucco, travestitevi da cameriere e dirottate cinque Margherite, fuggendo fino all'auto.

Il gelato a turno
Un gelato a un tavolino costa come due frigoriferi. Se vi vergognate a far vedere che potete permettervi un solo gelato in quattro, usate il trucco del turno. Si fa così: si sceglie un tavolo con tovaglia. Poi il padre ordina il gelato seduto al tavolo, mentre gli altri familiari si nascondono sotto. Quando il cameriere non guarda, il babbo va sotto il tavolo e appare la mamma, per mangiare la sua parte di gelato. Quindi tocca al figlio. Poi al nonno. Ma potete anche usare il trucco del gelato caduto. Comprate un gelato al bimbo e lasciatelo cadere a terra. Lui si metterà a piangere. Iniziate a sgridarlo urlando: "Eh no, lo hai fatto cadere e adesso peggio per te, fai senza!". Il pargolo deve continuare a piangere sonoramente. Quasi sempre spunterà dalla folla una signora caritatevole che ricomprerà il gelato dicendo: " prendi piccolo, io non sono severa come i tuoi genitori ".
Intanto voi potete raccogliere il gelato caduto a terra e mangiarvelo. Magari facendo finta che vi fa un po' schifo, come fanno Casini e Ciampi.

Il pesce locale
Difficilmente riusciranno i patetici tentativi di pescare sul posto. Ogni mattina il mare si riempie di illusi armati di canne, che in ore e ore prendono un pesce grande la metà del lombrico usato. Non pescate nei canali o nei porti dove scaricano le sentine delle barche: i pesci ivi contenuti non sono di buon sapore, come il cefalo merdaiolo, il paganello tampax o l'orata gasoliata. Se pescate un pesce orribile e colorato con gli occhi fuori dalla testa, potrebbe essere uno scorfano radioattivo o l'onorevole Gasparri in pareo. Desistete dallo schiodare cozze dalle rocce, e dall'aggirarvi nell'acqua fino al collo con badili o trivelle alla ricerca di vongole. Lasciate fare queste cose ai locali. L'unico modo per ottenere pesce gratis è andare al porto, portandovi dietro la prole. Lì aspettate che il marinaio torni a riva con le cassette del pescato. Cominciate a dire ai vostri piccoli: "guarda Lilli, guarda Pierino, che bel pesciolino ha preso il signor pescatore. Che cos'è?".
A questo punto si apre un ventaglio di possibilità.
1-Lilli prende in mano i pesciolini uno per uno, chiamandoli tutti "acciughina ". Il pescatore comprensivo ride, spiega e intanto Lilli infila i pesciolini nella vostra borsetta.
2-Lilli mangia i pesciolini crudi a sushi.
3-Il pescatore vi manda affanculo.
4-Il pescatore dice: signora, mettiamoci d'accordo, salga sulla barca che le faccio vedere del pesce buono. Vostro marito non saprà mai come avete ottenuto quel meraviglioso chilo di orate.

Il pub o disco bar
Vestitevi tutti da donna quando le donne entrano gratis. Quando c'è l'happy hour cercate di mangiare sei o sette vassoi di salatini e portatevi ago e filo per infilarci un chilo di olive. Ma soprattutto risparmiate sulle bevande. Questi bar alla moda sono frequentati da gente che "si distingue dalla gente comune" ovverossia fighetti da spot televisivo che bevono solo bevande con con la zeta: squeezer boozer jizzer ezzetera ezzetera. Per ottenere bevande simili basterà che compriate un litro di alcool denaturato e una mastella d'acqua. Se ci buttate dentro un pera avrete un peerzer, se ci buttate una mezza banana avrete un tropical squeezer se vi casca dentro il cane avrete una coca-cola.

Trucco per telefonare
Se volete risparmiare sulla bolletta del cellulare, aspettate che qualche bagnante posi il telefonino. Poi ditegli: è proprio fortunato lei ad avere questo splendido modello di cellulare con il servizio CFB Cross Feedback Bonus. Di fronte alla curiosità del proprietario, insistete spiegando che è uno scandalo che ancora il server non gli abbia attivato il CFB, quindi offritevi di fare voi tutta la procedura. Vi affiderà il telefonino con totale fiducia. Smaneggiategli il cellulare un quarto d'ora, chiamate chi volete, facendo ogni tanto finta di litigare con un operatore. Alla fine riconsegnategli il cellulare dicendo: "ce n'è voluta, ma alla fine l'hanno capita. Entro sei ore lei avrà il Cross Feedback Bonus che le spettava di diritto": Se siete convincenti potete anche farvi invitare a cena, e può nascere un'amicizia, naturalmente non oltre le sei ore.

Il viaggio
E' quasi impossibile risparmiare sulla benzina, a meno che non vogliate vampirizzare le altre auto durante le file. Ma se l'ingorgo è molto fitto, potete spegnere il motore ed è facile che quello dietro vi spinga fino al casello. Sui traghetti, se avete un'auto piccola potete provare a entrare di nascosto nel bagagliaio di una maxi-jeep. Se poi il proprietario la scopre e si incazza, dite. "ah, ecco dov'era finita". In treno potete viaggiare sul tetto come nei film western. Anche l'autostop è una possibilità, ma di questi tempi dovete tenere in mano un cartello con la scritta: sono italiano e ariano.
Ci sono però dei comodi traghetti che partono dalle sponde africane e portano fino alla isole italiane, specialmente Lampedusa e Pantelleria. Si viaggia un po' stretti e il servizio è un po' carente, ma c'è un vantaggio. Quando arriverete (se arriverete) forse la smetterete di lamentarvi perché l'Italia è un paese povero.

Bed and breakfast
E' la risposta di questa estate alle vacanze indigenti. Ce ne sono di molti tipi, ma attenti a scegliere il più conveniente:
Bed and breakfast artistico - Si dorme in un monastero del quattrocento, sveglia alle sei, breakfast con gallette etrusche, fila di sette ore per vedere la madonna di Benozzo da Fagiolo per sentirvi dire che il quadro non c'è, è in mostra nella vostra città da un anno.
Bed and breakfast supercafone. Vacanza di un solo giorno. Mille euro per una singola in hotel sulla costa Smeralda. Bagno in una chiazza di nafta tra due yacht. La sera gara di rutti con Briatore.
Bed and breakfast alta montagna. Pernottamento a duemilatrecento metri. Colazione a duemilasettecento. Il bagno è a tremila. Camminate che vi fa bene.
Bed and breakfast rurale. Casolare ameno, ma sottovento al più grande allevamento di maiali della zona. Sistemazione in letti a castello. Prima colazione: latte fresco, se riuscite a tenere ferma la mucca.
Bed and breakfast supereconomico. Restate in città, nel vostro letto, con un uovo in testa. Appena per l'afa l'uovo sarà cotto e inizierà a colarvi sul volto, fate il breakfast e ringraziate Silvio, Tremonti e Fini. Poi tornate a dormire.

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TEORIA DELL'INCOLONNAMENTO
pubblicazione 26/06/2004, originale: 16/11/2003

Che bello fare la fila. E sì, è una di quelle volte dove ti scappa un ma va’ in figa che non finisce più. Addirittura i più navigati esternano una bestemmia per l’occasione. Malgrado ciò ci sarà sempre un luogo in ‘sto mondo in cui nessuno stia davanti a te! Per converso c’è anche un luogo laddove qualcuno si troverà sempre un passo innanzi a te. Jesolo per esempio! Non v’è situazione senza calca: tutti rigorosamente affastellati su un lembo di terra. Vai alle docce c’è la coda, al bar non se ne parla, dal giornalaio si sforzano di porgerti un sorriso per alleviare l’irritazione, al market il burro si squaglia e l’acqua ristagna. Sì, insomma: peggio di una mensa universitaria. E per fortuna non abbiamo fatto l’autostrada! Ma poi tutto si risolve nella speranza di un successivo momento migliore.

Purtroppo niente di più supervacaneo. L’acme viene raggiunto alla sera. Uno non vede perché lamentarsi. La risposta vien da sé: per circolare sul pseudo-lungomare del litorale (una via stretta fra case condonate) si abbisognava di un vigile o di un qualsiasi ausiliario del traffico. Schiere di gente in contromano appassionatamente disordinate verso la camminata serotina. È da questa allucinante esperienza che formulo la teoria dell’incolonnamento: non è vera vacanza se non c’è un altro che continuamente ti sopravanzi, a sua volta frustrato da una tediante attesa, e così all’infinito. L’ipotesi aprioristica che ciascuno si assimili al comportamento sociale dell’altro è destinata ad essere soggetto di contestazione e conseguente superamento.

Comunque al momento non vi sono posizioni migliori. L’aspetto positivo? Che quando ti scazzi, ti diverti a vedere gli altri soffrire, congestionati nel flusso umano, privi di quella porzione di spazio vitale come pappalardi in cattività nella presunta isola dei famosi.
Per verificare le mie deduzioni non vi resta che passare una settimana al suddetto lido. Buona fortuna!

Post scriptum: vi stancherete di imprecare. Almeno un vantaggio morale.

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AMARCORD: CAT STORY
07/12/2003

Composta nel pomeriggio del suo diciottesimo compleanno in occasione della stesura del papiro di sua cugina, l'anonimo poeta ricorda l'esperienza condivisa assieme a lei nel prendersi cura di Benito, un emarginato dalla società civile. La lirica finisce tragicamente, coinvolgendo l'umanità nel pessimismo cosmico che la permea (non per nulla il verso è libero, come quello leopardiano).

Metro: versi liberi in rima baciata.

 

Ti ricordi quel bel gattino
che abbiamo curato come un bambino…
Quanto era bello quel momento
che ci tolse il malcontento [1]
di quell'inverno così strano
che ci costrinse al pastrano.
Benito si nomò [2],
peccato che qualcuno lo tranciò.
Era una candida stella
ma chi mai pensò alla carrozzella [3] !
Noi due gli portavamo da mangiare
solo per il gusto di vederlo ingrassare;
e meministi [4] lo zio che lo ruotò
e che poi più non lo avversò…
Incinta scomparì errante
ma ritornò perché il piatto era abbondante.
Sempre lo accarezzavamo
ma tutto ciò fu invano.
Un ingordo destino decise
e la sua zampetta gli recise:
forse che non si potesse evitare?
si badi bene [5], c'era da coltivare!
Un saluto al micio titano
che non fa rimpiangere l'eroe alfieriano.

Sic et simpliciter [6]


N.B. grande amarezza per la mancata pubblicazione.

Per l'analisi del testo bisognerà attendere. Mi sono limitato a qualche precisazione didattica con l'ausilio delle note a piè di pagina.


[1] enjambement. [Torna al testo - 1]
[2] citazione manzoniana. [Torna al testo - 2]
[3] espressione ironica che non scade nel lezioso. [Torna al testo - 3]
[4] latinismo erudito: "ti ricordi". [Torna al testo - 4]
[5] lessico sorvegliatissimo (cfr. prof. Fiorese). [Torna al testo - 5]
[6] così e con franchezza. [Torna al testo - 6]
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I PROVERBI DEI NOSTRI SAGGI ANTENATI
20/11/2003

Semo 'ndà a rumegare nela tradission, tra i proverbi , le perle de sagessa popolare che i nostri veci ne ga lassà par sercare na conferma. E scuminsiemo ben, iluminati dal'alto dala convinsione religiosa: "Chi che ga inventà el vin, se nol ze in paradiso, el ze la vissin" e anca: "Vin bon e plebéo, gloria in excelsis dèo", sensa contare che, poco ma sicuro : "Miserere, miserere, ze meio bever vin che portar piere !". Come desmentegare le "raquante" proprietà e qualità de un bon goto (anca do) de vin: "El vin fa sangue" altro che plasma…, e anca "El vin fa ganbe" o "El vin copa el verme" par no dire queo che tuti ga sperimentà : "El vin fa alegria se el se beve in conpagnia", qualcuno dise parfin che aiuta a parlare le lingue : "El vin fa parlar latin" e che el serve par sparagnare sule spese domestiche: "Un biciere de chel bon scalda cofà un termosifòn" e no ghe ze manager che no sapia che i afari se conclude in ogni caso: "Fato ben o fato mal dopo el contrato se beve el bocàl". Anca la circolassione stradale ze più rapida: "No sta metarte in camin se la to boca no sa da vin". Ma soratuto, el vin, ze la boca dela verità: "In vino veritas"; proprio ieri, un amigo, dopo aver bevùo mezo litro de onbre el ga tacà contàre a tuti: "Sto ano gò fato na vendema ecessionale, do kili de ùa , sinquanta etolitri de vin…el va zo come l'aqua ! Fasso solo che do tipi de vin un bianco e un nero, i ze praticamente identici…due goce d'aqua ! un saiudo a tuti i spritzomani e anca ale spritzdone, racomandando che el spritz, anca quelo virtuale fa ben ala salute....e la salute a ze na roba inportante: "la salute e el cul che caga no ghè oro che li paga !"

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PAROLE INCROCIATE
26/10/2003

Non eravamo gli unici a ponzare panciolle all’aria. Ecco qualche esempio esilarante. Alcuni (fin troppo?) volutamente ricercati, altri realmente rinvenuti nelle sale d’aspetto di medici e dentisti ove la mente umana trova il suo illimitato sfogo.

Un usciere sardo. E’ bianca a Washington: NEVE. Sei romano: NO. Bottino di guerra: ANFIBIO (“is buttinus” in sardo significa scarpe). Unità di misura della corrente elettrica: ENEL.

Appassionati vari. Il grande corso: MARIOLINO (in luogo di NAPOLEONE). La perdono gli anziani: DENTIERA (risp. la MEMORIA). Abbagliano di notte: CANI (al posto di FARI). E’ famoso quello di Anna Frank: SEDERE (confondendosi con la Falchi “attrice”). La grande madre dei russi: MARINA (invece di ZARINA). Chiude la giacca al domatore: CERNIERA (ALAMARO). Chiari, manifesti: POSTER (PALESI). Un ciuffo di lattuga: CEPPO. Vi si registrano le tappe della marcia: RUOTINO. Nota bene: EV (iniziali di Ester Villia; in realtà si alludeva a Ester Williams famosa attrice che praticava nuoto sincronizzato). Va da una parte all’altra del fiume: LENZA. Infuso paglierino: IP. Radice sotto la lingua: DENTE (etimo). Il suo strato è diminuito a causa dell’inquinamento: AZOTO (!!). E’ il padre dei vizi: ODIO. Atto di coraggio: EGOISMO.

Un carabiniere. Quelle di Grazia Deledda erano al vento: POPPE. Era solitario quello di Leopardi: PIACERE. Manzoni li sciacquò in Arno: PIEDI. La lascia il caffè: ROMA (siccome era di 4 lettere la soluzione toglie genialmente la “a” iniziale; comunque la risp. era POSA). Si accende e si spegne nel mare: LUNA.

Errori sapienti. Compleso di inferiorità: i POOH. L’Arcuri attrice: NO. Balla coi lupi: MIOPE. La ripete il bocciato: BESTEMMIA. Tra i due si sceglie il minore: PREVENTIVO. Le vocali in gola: CORDE.

Altre più trucide. Si apre in banca: FUOCO. Le più belle sono brevi: RAPINE. Proviene da buona famiglia: OSTAGGIO. Battono con il freddo: TRANS SIBERIANI. Le montano i campeggiatori: TEDESCHE. Stende il bucato: OVERDOSE. Si alza durante la discussioni: CRIC. Si fa dopo un litigio: AUTOPSIA. Anima le feste: RISSA.

Noi eravamo di un altro livello…Se penso alla PACE DI LOSANNA del buon Bartezzaghi (quello della Settimana Enigmistica)…

Vediamo se vi ricordate: Mi segue sulla scala: ??? (2 lettere). Non ne ha il disinibito: ??? (4 lettere).
La sfida è sul forum per chi non se le ricorda. Slash è escluso perchè le sa. Suvvia scherzo buttati anche tu!

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AL GOMMONE NAUFRAGATO
03/10/2003

Chi era Moby Dick. Era semplicemente un canotto da mare (privo di remi) acquistato da Santi, il nostro magnifico presidente matello ad honorem, con i propri dindini, il quale provvedeva anche a pilotarlo tra le imprevedibili onde del litorale. Lo portavamo ogni giorno in spiaggia per le nostre scorribande gogliardiche divenendo un punto di riferimento in acqua per tutti i giovanotti dell’appartamento n°2 di Villa Mauro. Tutti lo invidiavano e lo temevano al tempo stesso (è da lì che Santi - alias Amerigo Vespucci - lancia la celeberrima frase dell’aberrazione stellare dopo aver sbagliato il lancio della palla; è con quel gommone che si investivano i tedeschi, le vecchie, le coppiette, le fighette, i frocioni e pure anche qualche infante). Sfruttato tutta la settimana si afflosciò l’ultimo giorno per aver sfregato contro la ruggine del palo a cui era attraccato, mentre i matellica conoscevano le lungimiranti intelligenze di due ragazzotte. La tragedia ormai era consumata. Non ci resta che ricordarlo! Amen.


In ricordo di spensierati momenti d’estasi matellica…il poeta evidenzia la preziosa-fondamentale-inqualificabile-assoluta presenza di Moby Dick, latore nautico del messaggio matellico.
La lirica è composta da due sonetti in forma petrarchesca.
Da leggere preferibilmente ascoltando
Girl, You’ll Be a Woman Soon by Urge Overkill (presto rintracciabile nella rubrica ENZO&GPL).
Schema delle rime: (I) ABBA CDDC* EFE GHG; (II) ILLI MNNM OPO QRQ.

I.
Cantare a Moby Dick [1] io vorrei
ma è una impresa titanica
per questo assurgo a Matellica [2] ,
laddove tutti quanti (sic!) sono dei.

Il Santi [3] , lupo di mare, lo comprò
senza indugi e senza fronzoli
il nautilus [4] approdava ai moli:
così facendo Jesolo dominò [5] .

Ogni passerotta gli si prostrava
e il cetaceo plastificato
mai domo se le rimorchiava.

E bastava voltare la sentina [6] ,
ingranare la prima (un po’ dura!)
per cogliere la voluttà divina.


II.
Sempre parcheggiato in doppia fila
l’invidia suscitò del vicino
(quanto l’iracondia del bagnino!)
ma non temeva l’onda malevola.

C’era chi cazzava il verricello [7] ;
pure chi, guatando, fu al timone
incurante del meridio solleone [8] ;
ma ognuno nel suo era matello…

Purtroppo funesto fu l’abbordaggio
a due prosperose lesionate [9] ,
che lo ancorammo a breve raggio.

Ma il palo era arruginito
e perì senza antitetanica [10] ;
anche se compianto, resta il mito.


Ringrazio calorosamente Pega (il Robin Hood dell’Amore) per il suggerimento.














NOTE

[1]: Omaggio letterario a Melville. L’inglesismo dick può ingannare!

[2]: cfr. De origine vocabuli all’interno della rubrica.

[3]: Presidente matello ad honorem.

[4]: Cosa volete, gli suonava bene. E poi si cita Verne: più di così…

[5]: Lungi dal poeta sponsorizzare Jesolo (non è il tipico puffing pubblicitario perché è indispensabile scansare ogni equivoco sul nostro campo di regata). * Inoltre non c’è rima, ma assonanza! Licenza poetica, ovviamente.

[6]: Il fondo dello scafo di una nave dove si raccolgono le acque di scolo.

[7]: Piccolo argano con tamburo ad asse orizzontale. Dal latino volgare verricellum.

[8]: Meridio: latinismo. Bruciature, scottate, insolazioni sono all’ordine del giorno.

[9]: Dette Jenny (McCarthy! Che zinne raga’) e Alice (adsl! Per il sorriso fulminante). In realtà si chiamava Jennifer, se non ricordo male, ma era stata ribattezzata da Slash con “Jenny”.

[10]:Ammonimento sanitario per verificare se è stata rinnovata, onde evitare nuove infezioni.







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ACROSTICO PERICOLOSO
24/09/2003

L’anonimo WLF scrive l’abbreviazione di Associazione Mondiale Matelli Incompresi (AMMI) istituendo di fatto un nuovo aggrupamento di persone fisiche. La trovata è esaltante. Ora siamo riconosciuti universalmente, anche sotto il profilo dell’incompresione.

Tuttavia il pericolo dell’acrostico (ad es. LUCE: L’Unione Cinematografica Educativa) o acronimo (BOT: Buoni Ordinari del Tesoro) è dietro l’angolo. Eccovi, o visitatori, un esempio..

“(…) Ovviamente, giochi, scherzi e acrostici sono una regola negli Usa, per cui un illustre professore di matematica ha deciso di spiegare il calcolo della probabilità col Black Jack, ovvero con il BJ (come lui supponeva che si abbreviasse…). Il disgraziato disse: << Se adesso avessi un BJ sarei il ragazzo più felice della Terra>>. Risate a crepapelle della classe, composta da smaliziati studenti che sanno bene cosa sia il BJ. Se voi che mi leggete non lo sapete provate ad immaginarlo. Vi aiuterò con un aneddoto analogo, successo nella facoltà di Giurisprudenza e Bologna. Una professoressa stava spiegando nella prima affollatissima lezione dell’anno il funzionamento dell’esame, e spiegava che ci sarebbe stata una prova scritta e poi un’interrogazione:<< perché voi sapete, ragazzi, che il rapporto orale è sempre il migliore…>>
Per risollevare il tono, che è un po’ scivolato, il lettore di Lessico&Nuvole (quello che lo informò del prof. statunitense, N.d.r.) mi racconta che quell’insegnante non ha rinunciato agli acrostici e si firma con ODE, le sue iniziali (che stanno anche per Ordinary Differential Equation).”

Tratto da Lessico&Nuvole n° 711 di Stefano Bartezzaghi

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LA PORTA DEI MATELLICA
16/09/2003

ALIQUID PUTRIDI INEST IN PORTA MATELLICA [1]

Ore 21.00. Quel lunedì di agosto. Serata apparentemente tranquilla. Pega russa ‘e pignate; Fava ponza sulle parole incrociate; Buc sosta al water (stipsi?!); Slash si deterge; Santi assieme a Nickname contempla l’opera prima di Jim, around the fire (in versione molto doors), sulla terrazza strategica (alias postazione di caccia alle passere); Chicco pensa alla chicca da buon supergiovane privato della sua Vespa.
Lo stereo è a palla, l’estasi è matellica. Il buon umore si diffonde per tutta Jesolo Bene. Il vecchio del palazzo di fronte si dà fuoco al pube, la sua consorte scaccia gli amorevoli scarafaggi, Alice e Jenny se la tirano (davvero?!!).
Ore 21.05. Un turbine di ingiurie si leva dal bagno. Chicco le ha prese da Slash? Fava è riuscito a scrivere PACE DI LOSANNA nel cruciverba? Pega si è tagliato il membro virile? È meglio sorvolare o tappare la falla con la solita intelligenza politica?
Accorro di là. Fava è instabile come l’azoto liquido. È la disperazione. Ma che cazzo è successo? E vedo Slash aggrappato alla porta del bagno. Che strane fantasie sessuali uno penserebbe! Invece no. Al buon matello gli è rimasta in mano la porta perché un cardine è ceduto. O meglio: è marcito dopo che per 40 anni l’acqua della doccia ha imperversato senza ostacoli. (n.d.A.: villa mauro risale all’abusivismo edilizio perpetrato negli anni 60-70, dove gli edifici fatti di cartapesta e limo venivano costruiti sul litorale veneto)
Che fare?
Più sono le soluzioni al dilemma jesolano.
Tesi uno (slash). Comprare stucco a buon mercato e riparare il danno. (nel mentre Fava scruta il contratto: “i danni alle cose sono a carico dell’inquilino”. Gli parte un embolo.)
Tesi due (nick). Non utilizzare il servizio per il resto della settimana ripristinandolo palliativamente alla fine del periodo locatizio. (Tesi insostenibile visto la frequente necessità fisilogica del gruppo.)
Intanto…
Slash: “Sono stanco di tenere su questa porta del cazzo!” Tuttavia l’animosa discussione continua…
Tesi tre (chicco). Lasciamo così com’è. Tutt’al più ci fottono il deposito cauzionale.
Pure questa non regge. Occorreva un suggerimento. Ci pensa Santi buttando su butterfly. Fava si concentra in una meditazione Zen [2] (sic!). Inizia il suo viaggio patafisico nel mondo delle idee [3] per raggiungere l’equo. Esce la soluzione dell’enigma.
Tesi quattro (fava). Domani ci rechiamo all’immobiliare e spieghiamo il tutto. La colpa non è mica nostra: è l’appartamento che è messo peggio di una stalla. Si ricorrerà quindi alla forza persuasiva e all’aplomb di Buc per sostenere la non colpevolezza. È deciso. Si fa così!
Finalmente la quiete dopo la tempesta: il clima idilliaco di matellica è ripristinato!

Dopo un po’...
Chicco: “Chi mi ha strappato la maglietta?”
(silenzio imbarazzante)
Fava: “E’ stata la porta, cioè la portinaia…”
Infatti, la porta era caduta proprio sulla sedia ove era appoggiata la magliettina di Chicco!

Rettifico. Dopo la tempesta cade sempre un chicco di grandine [4]. È normale, rende l’atmosfera più frizzante.




NOTE
[1]: C'è qualcosa di marcio nella porta matellica (citazione letteraria) [Torna al testo - 1]
[2]: La nostra beneamata ex prof. di chimica. Luca era il suo pupillo!! [Torna al testo - 2]
[3]: L’iperuranio platonico. [Torna al testo - 3]
[4]: Espressione polisemica. Ognuno se la interpreti come vuole. Comunque non c’è malizia ve lo giuro!!!!!!!!.
[Torna al testo - 4]


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DE ORIGINE VOCABULI
05/09/2003

De origine vocabuli. Se vai in cerca di conferme linguistiche, caro mio visitatore, non c’è Oli-Devoto o Zingarelli che tenga (tra matelessè e matematica domina il nulla eterno).

Matellica è frutto di una complessa quanto mai articolata speculazione intelletualistica intorno al concetto di matello. Matello? Vorrai dire martello o metallo! No, no; ri-asserisco: matello.

Alacremente corretto da buc sulla non pertinenza della qualifica di neologismo, il termine è da ricondursi allo slang siculo, ad un linguaggio parlato e arguto che vuole indicare un soggetto pseudo-corteggiatore volenteroso nel sedurre le fanciulle, modestamente abile nell’irretirle con la sua inossidabile sprezzatura, ma che non riesce a portare a termine la missione. Sì, insomma: un buon cortigiano che ci prova con stile ma non conclude. Distante dall’essere sfigato altrettanto lontano dal mero turista sessuale, il matello porta rispetto verso la creatura femminile rifuggendo dai classici luoghi comuni del latin lover lesionato oppure dalla checca di quartiere.

Da qui inizia l’abbandono ad un’empatia irrazionalistica che poi verrà tradotto in matellica, combinando la sesquipedale passione metal ( o perlomeno la statura della band Metallica) e l’atteggiamento sic et simpliciter del ragazzo matello.

Per i più curiosi. Alcuni possono confondere il nome del sito con un cambio oppositivo (ad es. Vostro oDore al posto di Vostro oNore, Lobby con Hobby, ragLio in luogo di ragGio, ove su entrambi i termini cambiati di lettera si può rintracciare un terreno comune). Infatti muta la posizione di due lettere (probabilmente sotto l’influsso della Settimana Enigmistica) tale da non poter ricondurre il vocabolo al trastullo enigmistico. Poi per la comunanza semantica ci vorrebbe un’eccessiva fantasia.

Quindi l’apparenza inganna e si fa d’uopo andare oltre il gioco letterario.

Ma allora cosa si definisce con matellica se non è un’invenzione giocosa o un artifizio letterario? Malgrado definire sia difficile (si causano irrigidimenti sociali), io ci provo con umiltà.

Dicesi matellica un luogo metafisico dove conta soltanto quel mix di tensioni musicali e l’esperienza del quotidiano che convergono sapientemente nella sintesi di un termine superiore alle normali aspettative di vita.

Post scriptum: testato in occasione della serata di Enzo & GPL ha destato stupore e incomprensione. Dopo tutto ,da che mondo è mondo, v’è sempre lo zotico di turno indisposto ad un qualsivoglia sforzo cerebrale.

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